venerdì 5 giugno 2009

thailandia, malesia cambogia

1. Piccole tettine crescono

Nelle calde ore centrali della giornata speso me ne sto in albergo a guardare un po’ di tv. A piccole dosi, non mi dispiace fare un po’ di zapping tra i canali locali. Da queste parti hanno l’ossessione per la colorazione della pelle, Più sei bianca e maggiore è la tua purezza e la tua bellezza. In aggiunta hanno il complesso del seno piccolo, quasi da bambina. Ed ecco che arriva il miracolo nanotecnologico. Si pubblicizza un reggiseno con tessuto derivante dalla nanotecnologia che aiuta il seno a crescere se lo si indossa dopo aver spalmato sulla parte una cremina che agirebbe insieme al tessuto.Nella pubblicità una ragazza molto carina con un seno piccolissimo guarda con invidia due ragazze felici e prosperose che le passano davanti. Lei diventa triste guardando dentro la camicia le sue piccole tettine.

2. Americani nel Nord Est della Thailanda

Alcuni giorni sono più fortunati di altri. Nel parco centrale di Ubon, città non lontana con il confine del Laos, dalle quattro alle sette del pomeriggio sembra che la popolazione si riunisca per scaricare le tensioni della giornata facendo jogging, pesi, pallavolo, pattinaggio, basket, calciotennis.Un pomeriggio trovo seduto al computer un uomo di colore. Si chiama Steve, 57 anni, proveniente dall’ Alabama, U.S.A. Lavora da un anno in una scuola superiore con scarsa soddisfazione per l’inesistente impegno de suoi alunni e per la vita monotona ad Ubon. Nei due anni precedenti ha lavorato a Pattaya, luogo pieno di vita ventiquattro ore al giorno. Non solo donne a fiumi, ma una vita frenetica ed eccitante ogni giorno. Non mi ha deliziato con i dettagli, ma mi ha confidato di non veder l’ora di tornarci per le vacanze. Prima della Thailanda lavorava per l’esercito americano in Afghanistan ed a suo dire due anni sotto le bombe sono stati più che sufficienti.. Molti soldi ma grossi rischi. Mi racconta del suo pescare quotidiano in un sito internet tailandese dove si possono conoscere persone thailandesi che parlino inglese per avere nuove amicizie o relazioni..Ne sta puntando alcune , piuttosto carine e decisamente più giovani. Il problema più grande è accettare la sua pelle nera nonostante il passaporto americano e lo stipendio da insegnante madrelingua. Infatti alcune donne locali si rifiutano di approfondire la conoscenza alla notizia che lui è nero.Un’ora più tardi incontro Rick,61 anni ,americano , insegnante universitario per nove anni, responsabile di campi profughi in Laos ed oggi in pensione. Ha deciso di vivere qui dimenticandosi gli U.S.A. poiché, a suo dire, nella società occidentale c’è troppa competizione, stress e un consumismo sfrenato che qui non esiste. Ovviamente non ama Bangkok, che evita accuratamente, mentre qui ad Ubon si vive più tranquillamente. Mi chiede cosa ci faccia da queste parti visto che qui i turisti non vengono mai. Nel descrivergli il giro nel nord est della nazione sottolineo il piacere di girare in posti non necessariamente invasi dal turismo di massa, filosofia che condivide.

3. Magico Mekong

Nakom Phanom mi accoglie con le prove generali del diluvio universale della durata di un paio d’ore. Quando smette esco ed il Mekong è lì. Dall’ altro lato c’è il Laos, dove bdrò in Gennaio. Per ora rimango da questa parte, nella Thailanda moderna e sviluppata. Purtroppo il Laos si nasconde in quanto persiste una nebbiolina che impedisce di vedere l’altra sponda del fiume. Il Mekong infatti fa da confine tra Los e Thailandia. Seduto ad un tavolo della terrazza dell’ Indocina Market mi faccio l’ennesima Laobeer. Sarà così per due giorni ma il terzo, finalmente, la nebbiolina si dirada e lo spettacolo è veramente da cartolina. Il Laos si mostra con queste sue piccole collinette dalla forma bizzarra che ricordano le montagnette della zona di Guillin, nel sud ovest della Cina, uno dei posti più belli dell’Asia , tanto da concentrare in quella regione i pittori cinesi che ne ritraggono il paesaggio. Semplicemente stupendo.

4. Risaie amare

Sono sul bus che da Phnom Penh mi porterà a Siem Reap, nel nord della Cambogia, base per l’escursione ai templi di Angkor, uno dei siti archeologici più importanti dell’ Asia.Il viaggio è piacevole, la strada è buona essendo stata appena rifatta da ingegneri giapponesi Nel bus si respira un bel clima: qualcuno chiacchera ma la maggior parte dei passeggeri ride di gusto guardando un film cambogiano alla tv. Quest’allegria contrasta un po’ con il mio stato d’animo in quanto attraversiamo il paese da nord a sud con un paesaggio fatto di risaie allagate e contadini che ci lavorano. Essendo ancora fresco il ricordo del campo di concentramento S-21 a Phnom Penh non riesco a godermi il paesaggio poiché mi torna in mente la mappa della Cambogia segnata dai moltissimi campi di raccolta e di lavoro dei khmer rossi al tempo di Pol Pot , l’ Hitler cambogiano. Dei due milioni di morti, trecentomila furono ammazzati a bastonate per risparmiare le pallottole; il restante milione e mezzo di persone sarebbero morte di stenti, fame, malattie, morsi di serpente proprio in mezzo alle risaie dove avrebbero dovuto rieducarsi. La gente nel bus è prevalentemente giovane Mi piace molto sentirli ridere di gusto, caciaroni. Molti di loro non erano nemmeno nati nel 1975 l’hanno letto sui libri o raccontato dagli adulti. Va bene così. Si lascino alle spalle questa loro storia assurda ed insanguinata.Intanto la Cambogia scorre fuori dal finestrino:pianeggiante,verdissima, dolce. Proprio bella.

5. Il vecchio al guinzaglio

Verso le 8 del mattino, di fronte al Koh Sung Cafe di Phnom Penh, arriva una coppia formata da un ragazzino ed un vecchio cieco che suona e canta una nenia non appena il giovane gli fa capire, con un lieve tocco della mano, che può iniziare avendo di fronte qualche persona. Fanno decisamente pena: vestiti di stracci e magri come chiodi girano per il centro a raccattare qualche soldo con questa piccola performance. Turisti e persone locali mostrano spesso indifferenza e fastidio di fronte ad una povertà così evidente. Raramente lasciano qualche soldo, anche perché i mendicanti passano in continuazione e francamente non è proprio possibile accontentare tutti. Essendo vicino al lungofiume, luogo prediletto da turisti e dai cambogiani benestanti. Sicuramente il gancetto che sta sul taschino della camicia del vecchio al quale è attaccata una corda in mano al giovane per dare la direzione è utile e pratica per la comunicazione tra i due, ma vederla da fuori è straziante. Alcune volte il gancetto è sostituito da un bastone che i due tengono all’estremità. Forse per loro è lo stesso ,ma per me la vista è meno dolorosa.

6. Candy Bar

Nella zona che parte dal mercato centrale ed arriva fino al lungofiume di Phnom Penh, capitale della Cambogia, si possono facilmente trovare alcuni bar che offrono al cliente musica, cibo, bevande, biliardo,freccette e…hostess.Quasi tutti i bar aprono nel pomeriggio e chiudono a tarda notte tranne qualche posto aperto sin dalla mattina. Il vantaggio di essere clienti diurni e non notturni sta nel fatto che i prezzi di cibo e bevande sono dimezzati, il locale è semivuoto e le hostess sono più tranquille e meno aggressive rispetto al turno notturno, quando la gran parte del business non riguarda musica, drink ma il….dopo. Personalmente frequentavo questi locali dalle 12 alle 16 mangiando una bella pizza e bevendo un paio di birre e potendo chiacchierare con le ragazze che avevano voglia di raccontarmi un po’ di loro non avendo la necessità di accalappiare qualche cliente e tentare di mettersi in tasca qualche decina di dollari per un paio d’ore di compagnia in albergo. Le ragazze del turno diurno non hanno molti problemi a spiegarmi la differenza che c’è tra loro e le ragazze della notte. Loro sarebbero più serie in quanto solitamente non accettano gli inviti a seguire i rari clienti in albergo anche perché i clienti che vogliono “altro” arrivano alla sera quando trovano ragazze più carine e disponibili. La rabbia è abbastanza evidente visto che le ragazze del turno serale guadagnerebbero 5-10 volte rispetto alle ragazze del turno di giorno anche perché hanno 1 dollaro per ogni drink che i clienti offrono alle ragazze. Alcune arrivano a 4-600 dollari al mese, una cifra enorme per la vita cambogiana, che corrispondono a 4000 euro in Italia in termini di potere d’acquisto. Quando mi è capitato di parlare con qualche ragazza che inizia la sera ma, per motivi vari, era nel locale già nel pomeriggio, ho notato che sono ben consapevoli di quello che fanno, ma i soldi che guadagnano sono una tentazione troppo forte, soprattutto se hanno bimbi piccoli che devono tirar su senza il padre, quasi sempre sparito nel nulla alla notizia della gravidanza. Mi mostrano orgogliose il loro bancomat e mi confessano che prelevare 50-100 dollari è una soddisfazione impagabile, specialmente quando possono permettersi di pagare bei vestiti o la retta di una scuola prestigiosa, pur sapendo benissimo da dove vengono quei soldi.

7. Big lucky Mike

Incontro Mike nel soppalco di un locale adibito a sala biliardo ed arredato con qualche divano.Entra insieme a 6 ragazze ed un bambino. Australiano,81 anni e 150 kg, pensionato e desideroso di finire alla grande la sua vita dopo aver avuto un’ esistenza normalissima fatta di lavoro e famiglia. Vedovo da anni, i figli ormai sistemati, gira l’ Asia e si gode la pensione e le rendite derivate dagli affitti dei 2 appartamenti . Ogni sera torna con 4-5 ragazze che cantano, ballano e lo massaggiano molto appassionatamente. Il tutto, per 150-200 dollari. Ridendo mi confida che quando torna in Australia, si trova sul conto più soldi di quelli che ha speso. Chissà se sarà vero. Ad ogni modo sembra proprio che questo immenso ed arzillo australiano se la goda molto, senza farsi troppi problemi. Mentre lo guardo mi vengono in mente i nostri anziani soli e scaricati dale famiglie nelle nostre case di riposo.

Malesia 8. La vedova allegra

Butik Bintang è un quartiere di Kuala Lumpur pieno di bar, alberghi, ristoranti, shopping centre per turisti con un’ elevato tenore di vita.. Qui vive Mary, 45 anni, inglese, vedova di un ricco signore che le ha lasciato una simpatica rendita da 3500 dollari al mese, rendita che permette alla signora di vive molto comodamente. La incontro in un bar piuttosto bello ed esclusivo visto che i prezzi sono identici a Milano. La sua entrata è molto scenica: i 5 camerieri la accolgono come una regina. Lei, sorridente e gentile, con un cenno della mano indica chiaramente un gruppo di giovani malesi ben vestiti e con un’età massima di 25-30 anni. Uno dei camerieri si avvicina al gruppo facendo presente che la signora, seduta da sola di fronte a loro, offrirebbe il prossimo giro. I ragazzi, ben contenti dell’offerta,invitano la signora al loro tavolo. Per una donna di 45 anni inglese un po’ grassoccia e bruttina, stare seduta tra 5 malesi intorno ai 25 anni non è male come inizio serata. Uno dei camerieri mi racconta che la signora rimane in compagnia di un giovanotto e se ne va nel suo appartamento a festeggiare l’incontro. Ogni sera, se possibile, un giovanotto diverso.Enjoy Malesia.